Luglio
In questa newsletter: Il tremendo delle donne, Sognava i leoni di Matteo Nucci e But I'm a Cheerleader
Ciao, io sono Jennifer Guerra e questa è la newsletter che matches your freak. Oggi parliamo di
Tremendo delle donne
Questa espressione potrebbe esservi familiare se avete ascoltato il mio podcast Nemiche Geniali. Me la riportò per la prima volta la critica letteraria Isabella Pinto, parlando del femminismo ne L’amica geniale. Tutto il podcast ruotava intorno al non detto dell’amicizia femminile, intrappolata a metà tra due narrazioni altrettanto dannose: l’idea che “le donne sono peggiori nemiche delle altre donne” e l’idea che le donne sono tutte sorelle, a cui si deve un’amicizia e un sostegno incondizionato solo perché donne. Questa seconda narrazione è forse anche più dannosa della prima, perché si presta a facili strumentazioni (vedi i numerosi appelli alla “solidarietà femminile” di Giorgia nazionale) e perché ha inquinato molto il femminismo.
Io sono abbastanza convinta che sotto il concetto di “conflitto” è stato nascosto il tremendo delle donne. Mi spiego meglio: se in un gruppo o in un’assemblea una si comporta da vera stronza, si apre quello che viene chiamato conflitto. Ma in realtà questo conflitto non è altro che un modo per dire che tu che ti sei sentita ferita dal comportamento di un’altra te la devi far passare, devi stare nel conflitto. Perché il conflitto – che sarebbe in teoria questa pratica orizzontale, democratica e che piace a tuttə – risolve tutto. Quello che succede poi nel mondo del reale è che quel conflitto non risolve un bel niente. Le stronze rimangono stronze e le ferite rimangono aperte. Non serve a nulla nascondere la cattiveria sotto il manto delle pratiche femministe.
Nel 1983, la Libreria delle donne di Milano si congedò ufficialmente dal femminismo “storico” con uno scritto molto importante e che vi consiglio di leggere integralmente qui, Più donne che uomini, noto anche come Sottosopra verde. Parte del documento è dedicato proprio al fallimento delle pratiche orizzontali dei movimenti in cui si negava che fra le donne ci fossero delle differenze. Nel documento si legge:
La solidarietà è un elemento prezioso ma non basta. Servono rapporti diversificati e forti dove, salvaguardato l’interesse minimo comune, il legame non sia più solo la difesa dell’interesse minimo comune; rapporti dove le diversità entrino in gioco come una ricchezza e non più una minaccia.
E ancora:
A questo scopo, di intessere un mondo in cui abbiano circolazione gli interessi associati all’essere donna e una donna possa esistere senza doversi giustificare, noi qui portiamo come contributo un risultato della nostra pratica politica che riguarda i rapporti tra donne. Si tratta appunto della disparità tra donne, della necessità di renderla praticabile e di rendere praticabile l’affidarsi ad una propria simile […] Abbiamo capito che la disparità tra donne è praticabile e che la sua pratica è preziosa. Riconoscere che una nostra simile vale di più spezza la regola della società maschile secondo cui, tolta la madre, le donne sono in definitiva tutte uguali; e contemporaneamente libera noi, intimidite o interiorizzate nel confronto con l’uomo, dal bisogno reattivo di essere alla pari almeno con le nostre simili.
Qui si parla di “valore”, concetto che poi verrà tradotto anche in “autorità”, ma credo che il discorso valga anche nel senso opposto. Riconoscere cioè che le donne, le femministe, possono essere cattive, meschine, mosse da interessi personali. Sembra la scoperta dell’acqua calda, ma non lo è, perché quando la sorellanza diventa ideologia senza alcuna sostanza replichiamo su noi stesse le gabbie in cui ci ha rinchiuse il patriarcato.
Cosa ho scritto questo mese
Per la mia newsletter in abbonamento Sibilla:
Per Fanpage.it:
Il governo non ha mai avuto intenzione di parlare di aborto al G7, 13 giugno.
Come l’autonomia differenziata rischia di peggiorare l’accesso all’aborto, 20 giugno.
20 secondi sono troppi per sottrarsi: così la giustizia rafforza gli stereotipi sulla violenza sessuale, 26 giugno.
Per L’Indiscreto:
Il gioco negato alle donne, 14 giugno.
Cosa ho fatto questo mese
La Radio Svizzera Italiana mi ha intervistata su Il femminismo non è un brand. Sono stata ospite di Fahrenheit su Radio 3 per commentare la “sentenza dei 20 secondi” (vedi sopra).
Cosa ho letto questo mese
Chi mi segue da tempo sa già della mia passione per Hemingway, quindi non si stupirà di vedere qui Sognava i leoni. L’eroismo fragile di Ernest Hemingway di Matteo Nucci, un libro che più che dello scrittore americano parla dell’atto dello scrivere. Mi è piaciuto molto questo saggio che mette in luce gli aspetti meno celebrati dell’autore e che risuona molto con l’analisi che ne ho fatto ne Il capitale amoroso (e in una delle mie tesi di laurea!): i libri di Hemingway sono, in fondo, libri sull’amore, scritti da un uomo fragile stretto in una mascolinità oppressiva e in cui non si riconosceva del tutto.
Cosa ho visto e ascoltato questo mese
But I’m a Cheerleader (Gonne al bivio in italiano) è un film cult per le lesbiche e la comunità LGBTQIA+, con una giovanissima Natasha Lyonne e RuPaul. Il film racconta la storia di Megan, una tipica cheerleader americana, che viene mandata in un campo di riabilitazione per curare la sua (non ancora manifesta) omosessualità. Il film è divertentissimo per la satira sui ruoli di genere e sessuali ed è molto peculiare per la sua estetica camp ed esagerata che ricorda in alcuni momenti il primo Tim Burton. But I’m a Cheerleader si può vedere in lingua originale qui.
Stando a Spotify, la canzone che ho ascoltato di più questo mese è stata 360 di Charli XCX.
I podcast del mese: Last Seen: Postmortem (WBUR), sul furto di cadaveri dalla scuola di medicina di Harvard; Caffaro, l’ultima barriera (IrpiMedia), sulla fabbrica che ha inquinato Brescia; I’m Not a Monster (BBC Radio 5), sulla storia di una cittadina americana che si aggrega all’Isis insieme ai suoi figli.
È tutto. Per questo mese mi riposo, niente eventi. Vi segnalo solo che il 4 luglio presenterò a Padova ad Arcella Bella il libro di Diletta Huyskes Tecnologia della rivoluzione (Il Saggiatore) e che il 7 luglio interverrò da remoto per ricordare l’amica e femminista Rita Bonfiglio, scomparsa a ottobre dello scorso anno, durante un reading dal suo libro di poesie Canti di nascita che si terrà a Villa Annoni a Cuggiolo (MI).
Baci,
Jennifer