Agosto
Ciao, io sono Jennifer Guerra e questa è la mia newsletter mensile. Oggi parliamo di
Pride di provincia
Nonostante il Pride Month sia finito, Treviso ha fatto il suo Pride il 23 luglio, in una giornata caldissima. In quanto persona etero e cisgender, non sono molto qualificata per restituire pienamente la potenza di questo Pride, ma vorrei fare un paio di riflessioni sull’essere cresciuta, scappata e tornata in provincia, e cosa ha significato per me vivere l’attivismo in questa dimensione.
Come ho raccontato più volte, sono nata in provincia di Brescia, più precisamente in Valtrompia, famosa in tutto il mondo per la fabbrica d’armi Beretta. La Valtrompia è un posto particolare, dove una radicatissima tradizione industriale è rimasta quasi intoccata dalle lotte operaie degli anni ‘70, e si vede. È un posto culturalmente depresso, dove alla chiusura del paesaggio corrisponde una forte chiusura mentale. Anche se indirettamente, penso che essere cresciuta lì dentro abbia contribuito moltissimo al mio appassionarmi – in maniera del tutto istintuale, incosciente – al femminismo. Per me è stata soprattutto una via di fuga. Quando ho cominciato l’università a Milano, è stato come tirare un sospiro di sollievo: c’è vita oltre la triumplina, un’etica del lavoro autopunitiva e il bar Crazy sulla statale.
I primi anni a Milano sono stata incantata dalle giravolte dell’Expo, del surrogato di sogno americano di corso Vittorio Emanuele, da un’euforia cittadina in cui tutto ciò che non era Milano faceva schifo. Poi ci ho vissuto per un po’, nel precariato e in una vita talmente convulsa che a volte mi chiedo come abbia fatto a uscire anche solo da quel loop mentale. Nel mio sentirmi eternamente fuori posto, ospite non troppo gradita di una città che sfruttava le mie energie e il mio sguardo fresco, facendosi beffe del mio non frequentare i posti giusti, del non arrivare con le esperienze giuste, persino del non avere l’accento giusto, non ho trovato alcuno spazio per mettere a frutto quel fuoco che il femminismo mi aveva acceso nella pancia. Ho vissuto quella condizione con grande pena e con un ancora più grande senso di colpa: parlavo con competenza di una dimensione collettiva del femminismo che non vivevo. Me ne vergognavo, anche perché le credenziali giuste della militanza non le avevo, e non avevo modo di recuperarle a posteriori. Non so quante volte ho pianificato le mie interminabili giornate di lavoro per poter raggiungere l’assemblea di Non Una Di Meno, per poi rinunciare all’ultimo. Mancanza di coraggio, sì, ma anche un senso implicito di rinuncia a “salvare” una città che non chiedeva di essere salvata. In una città che ha tutto, e che mi ricorda di continuo che io non ho niente, cosa avrei potuto portare?
Poi mi sono trasferita a Treviso. Altra provincia, altri paesaggi. Ci sono molte somiglianze tra Treviso e Brescia, ma c’è una differenza fondamentale: lì potevo cominciare da zero. A Treviso ho trovato il coraggio per frequentare l’assemblea. Nessunə mi chiedeva credenziali, nessunə mi chiedeva un’appartenenza. Qui c’è un sacco di lavoro da fare e un paio di braccia e di fuochi in più sono sempre benvenuti. Questo Pride, che abbiamo costruito insieme, per me è stata una conferma dell’importanza di questo percorso. La restituzione di un impegno, per quanto sghangherato e frammentato, che ho preso per questa provincia che non mi ha chiesto niente, se non di fare un pezzetto di strada insieme.
PS: nonostante il simbolo di Treviso sia letteralmente “la fontana delle tette”, la diocesi si è un po’ arrabbiata a causa della dimostrazione a seno nudo sull’aborto delle compagne di Non Una Di Meno davanti al Duomo. Inutile dire che io manco mi sono accorta di nulla tanto ero agitata ed emozionata per il mio discorso.
Cosa è successo questo mese
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo che prevede alcune tutele per le donne che vogliono abortire.
Ghislaine Maxwell, ex compagna di Jeffrey Epstein, è stata condannata a 20 anni di carcere per traffico sessuale minorile.
La Slovenia ha legalizzato il matrimonio egualitario e l’adozione di figli da parte di coppie dello stesso sesso.
R. Kelly è stato condannato a 30 anni di carcere.
La Sierra Leone depenalizzerà l’aborto, abrogando una legge di epoca coloniale.
Un’inchiesta ha dimostrato che alle vittime di stupro ucraine rifugiate in Polonia è stato negato di abortire.
Diversi deputati democratici, tra cui Alexandria Ocasio-Cortez, sono stati arrestati durante una manifestazione a favore dell’aborto davanti alla Corte Suprema.
La Grecia ha bandito le operazione chirurgiche suə minori intersex.
Il Senato ha approvato la relazione della Commissione Femminicidio e stanzierà 9 milioni di euro per i centri per gli uomini maltrattanti.
Sempre il Senato ha respinto un emendamento al nuovo regolamento che la parità di genere nella comunicazione istituzionale.
Chiudiamo col botto: una donna incinta in Texas è stata multata perché guidava da sola nella corsia riservata a chi viaggia con più di un passeggero, ma ha fatto ricorso sostenendo che, secondo le nuove leggi dello stato, il feto è una persona e quindi era il secondo passeggero. We stan this queen.
Cosa ho scritto questo mese
Per Fanpage.it:
“L’archiviazione delle molestie degli alpini a Rimini non è come ve l’hanno raccontata”, 7 luglio.
“Quella foto di Sanna Marin e il giudizio sulle donne di cui non ci libereremo mai”, 12 luglio.
“Se la violenza di genere colpisce anche le adolescenti la colpa è soprattutto degli adulti”, 15 luglio.
“Cosa ne sarà di donne e minoranze nell’Italia di Giorgia Meloni”, 27 luglio.
“La destra continua a parlare di minaccia gender, ma serve solo per togliere diritti a chi non ne ha”, 29 luglio.
Per La 27esima Ora:
Per Limina:
“Aborto: tra casi estremi e argomentazioni opinabili”, 18 luglio.
Cosa ho fatto questo mese
Ho fatto un’intervista per True News sullo stato dell’informazione in Italia. Allo Sherwood Festival, ho parlato con Melania Pavan di Global Project del progetto Iconografie femministe; il video dell’evento si può rivedere qui, mentre qui si può leggere la trascrizione. WomenXImpact mi ha intervistata su sorellanza e attivismo.
Cosa ho letto questo mese
Sempre per la rubrica “Jennifer che legge libri considerati capolavori da diversi secoli e si stupisce perché sono effettivamente belli”, questo mese ho letto Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas. Ma che bello! Che avvincente! Che suspence!
Poi un giorno parleremo anche del fatto che Alexandre Dumas non fosse bianco e di come questo fatto sia passato completamente sotto traccia.
Cosa ho visto e ascoltato questo mese
Questo mese ho visto Gli occhi di Tammy Faye (Disney +), film che è valso a Jessica Chastain un meritato Oscar come miglior protagonista. Lei è bravissima, ma il film purtroppo un po’ meh. Racconta la storia di Tammy Faye e di suo marito Jim Bakker, una coppia di televangelisti che costruì un vero e proprio impero con il canale televisivo cristiano The PTL Club (con tanto di Gardaland ispirata a Gesù). La storia è molto interessante, anche se la soluzione del biopic che parte dall’infanzia di Tammy e arriva alla sua rovina secondo me ha limitato quelle che sarebbero potute essere delle scelte creative più adatte per restituire questa personaggia così iconica.
Stando a Spotify, la canzone che ho ascoltato di più questo mese è Friendly Sex di Caity Baser.
I podcast del mese sono: La bomba (Il Post), sugli abusi sessuali del clero italiano; White Hot Hate (CBC), su un gruppo di estrema destra canadese con legami con l’esercito riservista; Satanic Panic (CBC), sul panico morale nei confronti dei gruppi satanisti negli anni ‘80 (Eddie Munson forever); Pharmakon, sul talidomide, un farmaco che negli anni ‘50 veniva prescritto per la nausea alle donne in gravidanza, con risultati catastrofici.
Non ho molto da segnalarvi per gli eventi di agosto, se non che il 26 e il 27 sarò a Sanremo al Festival Scambi, dove terrò alcuni laboratori su uguaglianza, differenza e parità.
Buone vacanze se ne fate.
Baci, Jennifer